Capparis spinosa L.

Cappero comune

Regno:
Plantae
Phylum:
Spermatophyta
Classe:
Magnoliopsida
Sottoclasse:
Magnoliidae
Superordine:
Rosanae
Ordine:
Brassicales
Famiglia:
Genere:
Capparis
Specie:
Capparis spinosa L.
 
Aspetto:

 Pianta arbustiva di 4-8 dm;

Rami ascendenti, lisci, legnosi alla base e farinosi all’apice;

Foglie alterne, carnose, con un picciolo di 3-10 mm e lamina intera ovale o subrotonda; base tronca o leggermente cuoriforme; apice arrotondato senza mucrone; stipole precocemente caduche;

Fiori ermafroditi, profumati, isolati all’ascella delle foglie superiori su piccioli di 3-8 cm; boccioli di 8-13 mm; 4 sepali caduchi; 4 petali obovati bianco-rosei; stami numerosi, violacei verso l’apice e biancastri alla base;

Bacche ovoidali-allungate (rar. piriformi), verdi, rossicce a maturazione ricche di semi reniformi nerastri.


Forma biologica: NP
Periodo di fioritura: V-VI
Habitat: Rupi marittime (calcaree), muri; 0-1000 m
Elemento corologico: Eurasiatica subtropicale
Leg/Det:
/
Luogo e data di raccolta:
Romae ad muros vetustos VII 1879
Stato di conservazione:
Ottimo
Interventi di restauro:
Pulitura della tavola ed aggiornamento tassonomico
Interventi conservativi:
Trattamento antiparassitario in freezer a -23/-25 °C per un minimo di 48 ore
N° inv. vecchio:
117 (58)
N° inv. nuovo:
91
Annotazioni dell'autore:
-
Etimologia:

 La parola latina capparis per alcuni deriva dal greco Kápparis, per altri da Kýpros (Cipro), dove questa specie è abbondantemente diffusa, o dall'arabo Kabar; l'origine di questo termine è quindi poco certa. Spinosa, per le spine che ha alle ascelle fogliari.

Il cappero è stato citato per la prima volta nella Bibbia, in relazione al suo potenziale afrodisiaco e ancora oggi in Marocco è ampliamente diffuso per questo uso. I suoi utilizzi medicinali e terapeutici erano ben conosciuti nella Grecia antica, da Ippocrate ad Aristotele e Teofrasto.

Si narra che di questa specie facessse costantemente uso cosmetico Frine, la modella di cui si servì lo scultore Prassitele per la statua di Afrodite. La lucertola, che è ghiotta del succo dei frutti dei capperi, ne porta in giro i semi che le restano appiccicati al corpo, e finisce per seminarli negli anfratti dei muri, facendo germinare nuove piantine.

Note:

Il “cappero", non è il frutto, bensì il bocciolo fiorale non ancora schiuso, che va presto raccolto perché sboccerebbe nell'arco delle 24-48 ore successive alla sua comparsa. Anche il frutto è, comunque, commestibile.

 
 
Bibliografia

Abbate G., Alessandrini A., Blasi C., Conti F., 2005, An Annotates Checklist of the Italian Vascular Flora, Palombi Editori, Roma.

Bianchi G., Marchi D., M., D’amato E., P., 2002, Famiglia di Piante Vascolari Italiane: 1-30 vol. 1, Casa Editrice La Sapienza, Roma.

Bianchi G., Marchi D., M., D’amato E., P., 2003, Famiglia di Piante Vascolari Italiane: 31-60 vol. 2, Casa Editrice La Sapienza, Roma.

Bianchi G., Marchi D., M., D’amato E., P., 2006, Famiglia di Piante Vascolari Italiane: 61-105 vol. 3, Casa Editrice La Sapienza, Roma.

Clayton W.D., Harman K.T. and Williamson H. (2006 onwards). GrassBase - The Online World Grass Flora. www.kew.org/data/grasses-db.html. [accessed 08 November 2006; 15:30 GMT]*

Contarini E., 1988, Le piante erbacee spontanee, Essegi, Ravenna.

Pignatti S., 1982, Flora d'Italia, vol. 1,2, 3, Edagricole, Bologna

Watson, L., and Dallwitz, M. J. (1998 onwards). ‘DELTA Sample Data: Descriptions, Illustrations, Identification, and Information Retrieval.’ Version: 28th May 1999

http://www.funghiitaliani.it/index.php?showtopic=24878

www.actaplantarum.org/floraitaliae/index .php