Pedicularis tuberosa L.

Pedicolare zolfina

Regno:
Plantae
Phylum:
Spermatophyta
Classe:
Magnoliopsida
Sottoclasse:
Magnoliidae
Superordine:
Asteranae
Ordine:
Lamiales
Famiglia:
Genere:
Pedicularis
Specie:
Pedicularis tuberosa L.
 
Aspetto:

Pianta erbacea perenne di 10-25 cm con radice fusiforme ± ingrossata;

Fusto ascendente o eretto, con 2 linee di peli e ± irsuto in basso;

Foglie lineari–lanceolate, pennatosette con segmenti profondamente dentati;

Fiori riuniti in una spiga densa, breve, troncata all'apice; brattee pennatosette pubescenti; calice peloso sul tubo, con denti incisi, l'aspetto è simile a quello dei segmenti fogliari; corolla gialla bilabiata, con labbro superiore falcato e becco allungato;

Capsula appuntita superante il calice di 2-3 mm.

 


Forma biologica: H ros
Periodo di fioritura: VI-VIII
Habitat: Pascoli subalpini e alpini su silice o su terreno acidificato; 1400-2500 m (max 2750 m)
Elemento corologico: Orofita sud-ovest europea
Leg/Det:
P. Voglino
Luogo e data di raccolta:
Nei pascoli alpini del M. Najarnola (Padola) - Giugno 1885 – m. 1500-2500
Stato di conservazione:
Ottimo
Interventi di restauro:
Pulitura della tavola
Interventi conservativi:
Trattamento antiparassitario in freezer a -23/-25 °C per un minimo di 48 ore
N° inv. vecchio:
127 (48)
N° inv. nuovo:
118
Annotazioni dell'autore:
-
Etimologia:

Controversa è, non l'etimologia, sicuramente dal latino pedicularis = dei pidocchi, ma il motivo dell'attribuzione di questo epiteto. Per alcuni, queste piante li farebbero morire, ed è in questo senso che fu adottato il nome da Linneo. Secondo John Ray (1627-1705), botanico e teologo a Cambridge (Historia plantarum, 1686), questo genere è invece così chiamato perché le specie che lo compongono presentano delle rugosità simili a pidocchi. Infine, S. Landi, ne I fiori dell'Appennino centrale, sostiene che il nome del genere deriva sì da pediculus = pidocchio, ma perché nel Medio Evo si pensava erroneamente che questo genere di piante fossero in grado di infestare gli animali domestici ed in particolare le pecore con il parassita indicato. Sempre l'autore sostiene che molto probabilmente tale credenza sarebbe derivata dal fatto che le Pedicularis venivano "inquinate" da larve di Fasciola hepatica, terribile parassita che distruggeva il fegato delle pecore che si infettavano semplicemente brucando.

 

Note:
-
 
 
Bibliografia

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