La testimonianza dell’Erbario Gardini per la flora del ferrarese

Le specie raccolte nella provincia di Ferrara dal prof. G. Gardini (erbario n. inv. 116) appartengono principalmente alle Famiglie delle leguminose (Fabaceae) e delle graminacee (Poaceae). Sono tutte specie erbacee (annue, bienni o perenni) comunissime nei prati o lungo le vie e da sempre utilizzate dall’uomo come foraggere. Molte altre sono invece note come infestanti le colture, e proprio su questo criterio e sull’utilità delle piante per l’uomo, Gardini ha suddiviso le specie all’interno del suo erbario. Si tratta ovviamente di una suddivisione basata sulle conoscenze dell’epoca e sulle osservazioni dell’autore, che non fanno riferimento all’importanza ecologica che molte di queste specie oggi rivestono. Ne è un esempio la cannuccia palustre (Phragmites australis), etichettata da Gardini come nociva alle risaie, ma oggi riconosciuta come elemento fondamentale degli ambienti umidi e impiegata dall’uomo per la sua capacità di fitodepurazione delle acque. Ricordiamo velocemente che le piante da noi considerate come infestanti le colture in realtà hanno da sempre accompagnato la storia dell’uomo seguendone gli spostamenti fin dalla preistoria (archeofite, ad es. il papavero), mentre altre sono arrivate in Europa solo negli ultimi secoli dopo la scoperta dell’America (neofite).


Gli erbari ci permettono quindi di avere accesso a diversi tipi di informazioni tra cui - non meno importanti - le note e i commenti degli autori che hanno raccolto le piante. Ma come tutti gli erbari, anche quello di Gardini può essere utilizzato per ricostruire le variazioni nella flora della provincia di Ferrara dalla seconda metà dell’800 ad oggi. La ricerca floristica a Ferrara e il ruolo degli erbari (con riferimento anche a quello di Gardini) sono già stati evidenziati da Piccoli et al. (in stampa) e la sintesi accurata della variazione della flora nella nostra provincia sarà presto pubblicata nella Flora del Ferrarese a cura dell’Istituto per i Beni Culturali dell’Emilia-Romagna.


Tra gli exsiccata ricordiamo in particolare Lathyrus aphaca L. (cicerchia bastarda) e Astragalus hamosus L. (astragalo falciforme), due specie erbacee annue (leguminose, Fabaceae) commensali delle colture, oggi scomparse dalla flora della nostra provincia a causa dei cambiamenti nelle tecniche colturali che hanno portato alla scomparsa e/o rarefazione di molte altre specie. È il caso ad es. di Onobrychis viciifolia Scop. (lupinella comune) e Trifolium incarnatum L. (trifoglio incarnato), coltivate entrambe fino al secolo scorso come foraggere e oggi rispettivamente rare o non più segnalate. In erbario sono presenti anche specie oggi rare o molto rare come Aethusa cynapium L. (cicuta minore) e Gratiola officinalis L. (graziola), in forte rarefazione come Legousia speculum-veneris (L.) Chaix (specchio di Venere) e non comuni come Oenanthe aquatica (L.) Poiret (finocchio acquatico). La presenza di Agrostemma githago L., un tempo molto diffusa nei campi coltivati assieme al fiordaliso e allo specchio di Venere, oggi non è più confermata e forse si tratta di un’altra specie spontanea la cui perdita va ad impoverire la varietà floristica del nostro territorio.