Storia di una collezione: La riscoperta

Apriamo gli armadi

Un censimento su territorio nazionale condotto nel 1990 dal “Comitato Nazionale per lo studio, la tutela e la diffusione della cultura scientifica e storico-scientifica”, nominato dal Ministero dell’Uni­versità e Ricerca Scientifica, aveva permesso di mettere in luce il consistente patrimonio strumentale di appartenenza al nostro liceo e di conseguenza di sollecitare  l’avvio della catalogazione e del restauro di materiali didattici dell’antico Gabinetto di Fisica del Regio Liceo.

Tale occasione di ricerca e di riscoperta era in accordo con quanto era stato deciso nel 1989, a livello ministeriale, ossia di riconoscere l’importanza e il valore sociale del patrimonio storico scientifico detto “minore” cioè quello che non consisteva tanto in collezioni presenti nei grandi musei scientifici, quanto piuttosto in collezioni conservate presso università ed istituti scolastici. 

Nasceva quindi nel 1991 un progetto museale di grande interesse storico e didattico portato avanti da un gruppo di lavoro costituito da alcuni insegnanti che, consapevole della valenza del patrimonio ‘abbandonato negli armadi’ del Liceo e desideroso di recuperare i circa trecento strumenti, con entusiasmo, inventiva e mettendo in gioco competenze inattese, si attivò  in operazioni di ricerca storico-didattica, di catalogazione e di restauro.
In particolare questo progetto ha visto il coinvolgimento del tecnico di laboratorio della scuola che, dopo un apprendistato presso l'università di Bologna, si è occupato del restauro di alcuni strumenti, di alcuni insegnanti di matematica-fisica e di scienze che, inizialmente sotto la guida del prof. G. Dragoni del Dipartimento di Fisica di Bologna, hanno curato la catalogazione e di insegnanti di materie umanistiche che si sono interessati al recupero della identità storica del Liceo.

Nella primavera 1992, nell’ambito della II Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica proposta dal MIUR, viene allestita, presso il Chiostro della Chiesa di San Romano, in Ferrara, una mostra di strumenti scientifici appartenenti alle collezioni di alcune scuole della città, tra le quali  il Liceo Ariosto. L’occasione culturale diviene un modo per far conoscere alla cittadinanza la ricchezza e la peculiarità del patrimonio strumentale posseduto dal Liceo.
Tali azioni si sono concretizzate nel novembre del 1993 con l'allestimento, nell'atrio del Liceo, di una mostra permanente di circa settanta strumenti antichi, e la pubblicazione del relativo catalogo.

Copertina Primo Catalogo Strumentaria, Ferrara novembre 1993.
Copertina Primo Catalogo Strumentaria, Ferrara novembre 1993.


L’inaugurazione dell’area museale, chiamata “Strumentaria”, rappresentava non solo una testimonianza del recupero di beni culturali e della salvaguardia degli stessi, ma anche un veicolo di diffusione delle conoscenze scientifiche. La nascita del museo, la valorizzazione della collezione del Gabinetto di Fisica del Liceo, la ricostruzione di un quadro generale della fisica, insegnata attraverso gli strumenti dell’Ottocento e dell’inizio del Novecento, erano inoltre anche in sintonia con l’avvio della sperimentazione dell’indirizzo scientifico modello progetto Brocca.

Il termine Strumentaria indicava inizialmente l'esposizione permanente degli strumenti provenienti dall'antico Gabinetto di Fisica del Liceo e il relativo catalogo, ma in seguito è servito per connotare un gruppo di persone, docenti della scuola, che hanno acquisito col tempo competenze nell'ambito della museazione, ed anche un progetto culturale scaturito dalla nascita del museo con l'obiettivo di  "dare sempre più senso" all'insegnamento scientifico nel liceo, potenziando e valorizzando la sua presenza nell'ambito dei percorsi formativi attivati.

 
Strumentaria

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