94 Serie di ricevitori e trasmettitori telefonici

A series of telephone receivers and transmitters

Examples of telephone receivers and transmitters and their evolution in the history of telephony.

In una custodia di legno, opportunamente sagomata, è contenuta una barretta d’acciaio magnetizzata ad un’estremità della quale è avvolto un rocchetto di filo di rame ben isolato, i cui capi sono in comunicazione con due serrafili esterni tramite una doppia linea di trasmissione. Di fronte al rocchetto si trova una sottile lamina di ferro applicata, col proprio bordo, contro la custodia e tenuta in posizione da un coperchio di legno lavorato a forma d’imbuto, con un’apertura centrale che viene avvicinata alla bocca quando si vuole parlare e all’orecchio per ascoltare. L’apparecchiatura ricetrasmittente completa consiste in due apparecchi identici che servivano ugualmente da trasmettitore e da ricevitore, pertanto ognuno di essi può essere considerato una macchina magnetoelettrica invertibile.

Gli impulsi dati dalla voce di chi parla all’imboccatura fanno vibrare la lamina, membrana, allontanandola o avvicinandola al polo della calamita e quindi fanno variare il flusso di induzione magnetica concatenato al rocchetto; in tal modo si genera in esso una serie di correnti indotte sincrone con le vibrazioni sonore. Le correnti indotte nel primo apparecchio vengono trasmesse, tramite un circuito esterno, ad un secondo apparecchio, identico al primo, che funge da ricevitore. La corrente inviata produce, nella barretta del suddetto ricevitore, analoghe vibrazioni della membrana metallica, consentendo la riproduzione della voce, che risulta però indebolita a causa della perdita subita dall’energia elettrica sulla linea, perdita dovuta principalmente alla resistenza del filo della linea stessa. Per tale motivo l’apparecchiatura non poteva essere usata per una comunicazione a grande distanza. Questo tipo di telefono veniva quindi impiegato per impianti interni, quali quelli degli stabilimenti, degli alberghi e delle banche.

Il telefono magnetico fu ideato dal fisico italiano A.Meucci (1808-1889) che lo brevettò nel 1871, ma che non ebbe i mezzi per diffondere ed applicare la sua idea. Il merito dell’invenzione fu attribuito all’inventore e scienziato scozzese G.Bell (1847-1922) che ne fece funzionare un prototipo all’Esposizione di Philadelphia nel 1876, in occasione del centenario della dichiarazione dell’indipendenza degli Stati Uniti d’America. Nello stesso anno e nello stesso giorno, a poche ore di differenza, l’ingegnere americano Elisha Gray (1835-1901), fondatore della Western Electric Manufacturing Company, brevettò un apparecchio quasi identico a quello di Bell. Il telefono magnetico in seguito diventerà l’apparecchio ricevitore nel telefono a pila in cui il trasmettitore è un microfono.

Appartiene alla collezione anche un microfono a carbone incompleto che probabilmente andava associato al telefono Bell utilizzato in tal caso come ricevitore.

Il dispositivo fonda il suo funzionamento sulla produzione di onde sonore generate dalla vibrazione della sottile tavoletta di legno verticale a seguito di contatti più o meno estesi con la punta di un carbone di storta inserito in un circuito con una pila e un ricevitore telefonico.

A seguito dei differenti contatti suddetti, varia la resistenza del sistema e con essa, in modo sincrono, l’intensità di corrente che attraversa il circuito, così come la magnetizzazione della laminetta dell’apparato ricevente che, vibrando, riproduce i suoni.

Il microfono, inventato dal tedesco Lüdtge e circa alla stessa epoca, 1878, dall’americano D.E.Hughes (1831-1900), cui si suole attribuirlo perché per primo lo rese pubblico, permette di riprodurre suoni lievi, quali quelli generati dai "passi di una mosca"(cfr. A.Roiti, Elementi di Fisica, Le Monnier, 1903-04, FI, Vol II, Parte quinta, pag 341) e di comunicare a grandi distanze. La particolare sensibilità del dispositivo, in analogia con il termine ‘microscopio’, suggerì a Hughes la scelta della parola ‘microfono’ per indicare il suo apparecchio.

Dopo l’invenzione di Hughes sul microfono si effettuarono diverse sperimentazioni che condussero a migliorie di vario tipo.

A.Righi, T.Edison, E.Berliner costruirono microfoni più sensibili, basati sulla variazione della conducibilità elettrica conseguente alla variazione della compressione delle lamine conduttrici. Questi modelli di microfono furono poi sostituiti da quelli a granuli di carbone nei quali aumentavano, in corrispondenza di onde sonore intense, la compressione e i contatti tra i granuli e quindi si aveva una minore resistenza della linea. Un perfezionamento importante, per aumentare la portata del telefono, veniva da Edison con l’inserimento nel circuito di un rocchetto ad induzione con il primario collegato al microfono e il secondario, a molte spire, con il ricevitore.

All’inizio del ‘900 la telefonia poteva così varcare le enormi distanze tra un paese e l’altro

Telefono Bell montato su legno

Bell’s telephone a wooden stand

n. 477 inv.1893 / 1878 - £ 9,00 ( Vol. I n .466 ) 55x55x120

Microfono a carbone

Carbon microphone

55x120x110

Telefono Nigra montato in metallo

Nigra telephone on metal stand

n. 390-391/ 1881- £ 35,00 x 2 ( Vol. I n. 468 ) 100x100x190 / brevettato Nigra - (Torino)

Ricevitore telefonico Ader

Ader telephonic receiver

n. 392 ( vol.I n.749 ) 1883 £ 40,00 90x60x110

Trasmettitore telefonico Blachè in cassetta di legno

Blachè telephonic transmitter in a wooden box

n. 393 / 1883 - £ 25,00 ( Vol.I n.747 ) 130x185x75

Microfono Berliner

Berliner’s microphone

n. ... / 1911 - £ 13.00 ( Vol. III n. 2957 ) 85x130x110 Microfono Berliner su cui è presente una targhetta che riporta le seguenti informazioni” Berliner’s Universal Trasmitter Telephone”

 
 
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